domenica 15 gennaio 2017





La dipendenza affettiva. Amare tanto chi non ci ama…perché?

La dipendenza affettiva è una vera e propria dipendenza.
In tal caso però non ci sono droghe, ma persone ritenute indispensabili proprio come le droghe per un tossicodipendente,
Per essere nella loro orbita il dipendente fa di tutto, è disposto a fare cose spiacevoli e degradanti, accettando situazioni per chiunque intollerabili. Proprio come un tossicodipendente che per la sua dose è disposto a tutto, a differenza che in ballo stavolta c’è una persona “amata”.
Scrivo amata tra virgolette perché alla base l’amore si copre di paure, come la paura di restare soli, la paura di non essere degni di amore e di considerazione, la paura di essere ignorati, o abbandonati, o annichiliti. Dunque non è solo amore per l’altro ma una situazione in cui la paura regna sovrana.
Offrire amore nella speranza di essere ricambiati diventa la costante della vita, il centro e il desiderio importante di trovare un amato/a che protegga da tali paure.
Inoltre nella dipendenza affettiva non c’è reciprocità, il dipendente è un “donatore a senso unico” di amore, e per questo colui che sta male poiché non vede ricambiato il proprio amore.
L’amore non diventa condizione di benessere ma il fulcro delle ossessioni e del malessere.
Inoltre il dipendente non è capace di interrompere la relazione e q
uesta è una delle sue più grosse difficoltà.
Una prima caratteristica della dipendenza affettiva poi è la difficoltà a riconoscere i propri bisogni e la tendenza a subordinarli ai bisogni dell’altro.
L’amare l’altro diventa spesso una forma di sofferenza; il benessere emotivo, a volte anche la salute e la sicurezza, vengono messi a repentaglio per il benessere dell’altro.
Troppa energia vitale è impiegata nell'amare o nel ricevere amore e approvazione, poca ne rimane per attività autodeterminate, rivolte al raggiungimento di obiettivi precisi.
Le persone con difficoltà affettiva non riescono a prendersi cura di sé, a creare degli spazi per la propria crescita personale perché sempre prese, in quel momento, da qualche problema del partner che richiede la loro attenzione e la loro energia vitale.
Un’altra caratteristica che accomuna tutti i rapporti dei dipendenti da amore è la paura di cambiare. Pieni di timore per ogni cambiamento, essi impediscono lo sviluppo delle capacità individuali e soffocano ogni desiderio e ogni interesse.
Chi soffre di dipendenza affettiva è ossessionato da bisogni irrealizzabili e da aspettative non realistiche.
Queste persone ritengono che occupandosi sempre dell'altro la loro relazione diventi stabile e duratura.
Ma, immancabilmente, le situazioni di delusione e risentimento che si possono verificare li precipitano nella paura che il rapporto non possa essere stabile e duraturo, ed il circolo vizioso riparte, a volte addirittura "amplificato". Non ci si rende conto che l’amore richiede onestà e integrità personale perché l’amore è un accrescimento reciproco, uno scambio reciproco tra persone che si amano.
Spesso, anche se non sempre e necessariamente, la persona amata è irraggiungibile per colui o colei che ne dipende.

Anzi, in questi casi si può affermare che la dipendenza affettiva si fonda sul rifiuto, anzi, se non ci fosse, paradossalmente, il presunto amore non durerebbe. Infatti, la dipendenza si alimenta dal rifiuto, dalla negazione di sè, dal dolore implicito nelle difficoltà e cresce in proporzione inversa alla loro risolvibilità.
Quello che incatena nella dipendenza affettiva e' l’ingiustificata, assurda, sconsiderata presunzione di farcela.
La presunzione di riuscire prima o poi a farsi amare da chi proprio non vuole saperne di ricambiare o di ricambiare nel modo in cui si pretende.
Chi soffre di dipendenza affettiva può essere stato vittima di abusi e maltrattamenti o di essere cresciuto in famiglie disfunzionali in cui i figli non hanno imparato a mettersi in contatto con i propri sentimenti  e di mettersi in relazione con gli altri.
Famiglie in cui i bisogni emotivi non vengono riconosciuti. Il bisogno di affetto e amore vengono trascurati, ma cosa più invalidante, vengono ignorate le percezioni e i sentimenti dell’individuo fin dall'infanzia, che di conseguenza tende ad adattare le sue percezioni a quello che gli viene detto dalle sue figure di riferimento. Gli esiti sono la perdita della fiducia in sé stessi e nelle proprie percezioni, che da adulti comporta l’incapacità a discernere tra le situazioni e/o le persone che possono arrecare danno.
Può esserci stata violenza tra i genitori e/o tra genitori e figli;
un comportamento sessuale scorretto da parte di un genitore Presenza costante di litigi e tensioni.
Genitori con comportamenti compulsivi, bisogno irresistibile di continuare a mangiare, lavorare, pulire, giocare d’azzardo, spendere, ecc. Questi comportamenti coatti sono come droghe, processi patologici progressivi; tra i molti effetti dannosi, distruggono e impediscono contatti sinceri e intimità nella famiglia.
Genitori che hanno atteggiamenti o valori conflittuali o manifestano comportamenti contraddittori l’uno in competizione con l’altra per ottenere la complicità dei bambini.
Estrema severità in fatto di denaro, religione, lavoro, uso del tempo, manifestazioni di affetto, sesso, politica ecc.. Una qualsiasi di queste ossessioni può precludere i contatti e l’intimità, perché non si dà importanza ai rapporti, ma all'obbedienza alle regole.
Inoltre cercando sempre partner lontani, anaffettivi, il dipendente cerca nella ripetizione di una dinamica familiare infantile di far in modo che il genitore punitivo o distante cambi e diventi finalmente il genitore che ha sempre sognato.

Peccato però, che finché non si elabora il trauma la trappola rimane e si resta impigliati in una ragnatela di desideri che mai potranno realizzarsi.

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