giovedì 26 aprile 2012

L’ACCETTAZIONE: psicologia & meditazione

                   
Accettare la sofferenza è la via della guarigione.
Affermazione paradossale, se io soffro ciò che desidero è guarire!

Bene, se spendiamo troppe energie per evitare di soffrire, la nostra sofferenza non farà che aumentare a  dismisura.

Se vogliamo evitare una pozzanghera, cerchiamo di alzare un piede e saltare
Non è lo stesso per le sabbie mobili. Alzare una gamba per uscire dalle sabbie mobili non fa altro che concentrare il peso del nostro corpo solo da un lato e il vuoto creato dalla gamba ci farà risucchiare ancora più giù; l’ideale non è dimenarsi ma star calmi.
E’ accertato che tentare di liberarsi dalle sabbie mobili dimenandosi e agitandosi, tipo sollevando un piede, non fa altro che far sprofondare la persona ancora più giù.
La vera salvezza si può raggiungere sopportando di stare con il fango e muovendosi tranquillamente.

E’ un po’ come chi non accetta il proprio corpo e cerca con lifting di modificarlo, sottoponendosi a stressanti operazioni chirurgiche. Dopo il lifting si sta meglio ma dopo un po’ di tempo ecco ricomparire un altro difetto da correggere. L’insoddisfazione continua e si cerca di eliminarla correggendo ossessivamente difetti che in realtà fanno parte del nostro modo di essere che ci rendono diversi dagli altri.

La soluzione? Mettersi in una posizione meditativa in cui si apre la possibilità di accettare l’ansia, il dolore, la depressione, le ossessioni, le paure. Accettando il negativo questo potrà diminuire gradualmente d’importanza. Se invece voglio combatterlo a tutti i costi, non farò altro che concentrarmi sulle mie paure, sulle mie idee irrazionali, sulle mie debolezze cercando disperatamente di eliminarle. 
Non  vivrò la mia vita perché concentrato sui miei conflitti, diventerò come loro mi vogliono e vivrò in uno stato di perenne insoddisfazione.

Se mi sforzo di non pensare a una cosa sicuramente la penserò più del dovuto.
La nostra mente non funziona come l’esperienza esterna. Se non ci piace qualcosa di esterno e concreto  l’atteggiamento più sano è quello di cercare di allontanarlo e di sbarazzarcene. Se invece non riusciamo a tollerare un nostro pensiero cercare di annullarlo non farà altro che ingigantirlo. Per i nostri pensieri non vale la regola ”non mi piace allora cerco di eliminarlo” perché i soli tentativi di “cercare di non pensarci” o “devo tentare di non pensare più a queste assurdità” non faranno altro che incrementare i pensieri relativi a quel/quei pensieri di cui vogliamo sbarazzarci.

Dunque l’unica salvezza è l’accettazione.


Mettersi nella posizione meditativa di chi accetta ciò che viene, sia il bello che il brutto.
Solo dopo aver accettato il brutto e la negatività, ne diminuiremo la forza, e solo dopo potremo iniziare a vivere la vita e a migliorare davvero.