venerdì 7 giugno 2013

IL TRAUMA.

Il trauma è conseguenza di un evento doloroso, improvviso, destrutturante che interrompe il flusso della nostra esistenza e ci mette in contatto con il dolore, con la morte, con la violenza.
Traumi tipici sono l'abuso, la violenza sessuale, il bullismo, la violenza domestica, il lutto, la malattia, gli incidenti, la violenza verbale, fisica, o la sua minaccia, altre violazioni o perdite di sicurezze personali.
Anche l’assistere a questi fatti può costituire un evento traumatico (si parla in questo caso di "vittime secondarie", o anche di vittime "terziarie" nel caso dei soccorritori che assistono le vittime primarie).
Ci sono poi i "traumi cumulativi", definiti come tali originariamente dallo psicoanalista Masud Khan: lutti precoci, relazioni dolorose nell'infanzia, malattie più o meno invalidanti dei genitori o proprie, fallimenti professionali, delusioni amorose, ecc
 Secondo Khan, il trauma cumulativo ha le sue origini nel periodo di sviluppo in cui il bambino necessita della madre e la usa come proprio schermo protettivo. Qualsiasi disturbo nella delicata interazione dei fattori individuali e ambientali durante questo periodo può diventare traumatico.
Tali tipi di traumi sono attualmente definiti, nella nosografia, come "traumi di tipo 2" (riservando la definizione di "trauma di tipo 1" agli eventi traumatici "singoli": incidenti unici, eventi critici isolati, forti, ecc.)
Il trauma se violento può dar origine al Disturbo Post Traumatico da Stress che è l'insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono ad un evento traumatico, catastrofico o violento. I sintomi di tale disturbo sono:
Flashback: un vissuto intrusivo dell'evento che si propone alla coscienza, "ripetendo" il ricordo dell'evento.
Numbing: uno stato di coscienza simile allo stordimento ed alla confusione.
Evitamento: la tendenza ad evitare tutto ciò che ricordi in qualche modo, o che sia riconducibile, all'esperienza traumatica (anche indirettamente o solo simbolicamente).
Incubi: che possono far rivivere l'esperienza traumatica durante il sonno, in maniera molto vivida.
Hyperarousal: caratterizzato da insonnia, irritabilità, ansia, aggressività e tensione generalizzate.
In alcuni casi, la persona colpita cerca "sollievo" (spesso peggiorando la situazione) con abusi di:
Il PTSD è il risultato di una scarsa elaborazione del trauma, che rimane vivido e presente nella memoria a causa anche delle connotazioni negative che una persona si attribuisce quando ripensa al trauma.
Solitamente si associa all'evento traumatico non elaborato una serie di pensieri disfunzionali  del tipo: "sono impotente" , "non ho il controllo delle situazioni", "è stata colpa mia", "sono uno stupido", "non sono degno di essere amato", "non valgo", "sono una cattiva persona" ...ecc 
La stranezza del caso è che solitamente tali attribuzioni vengono date verso eventi di cui non si poteva essere responsabili, o averne il controllo totale (tipo incidenti, terremoti, violenze sessuali, litigi fra altre persone...). Queste "cognizioni negative" vanno però ad influenzare la stima che si ha di sé, la fiducia nelle relazioni e la vita intera poiché molti eventi vengono filtrate da loro.
Ad esempio dopo un incidente ci si può ritrovare ad essere troppo apprensivi con i propri figli e verso sé stessi evitando qualsiasi pericolo e angosciandosi per un nonnulla poiché scatta subito lo schema di "io sono impotente". Oppure dopo aver sperimentato un lutto o un abbandono, verranno messe in atto misure disperate per evitare un abbandono reale od immaginario (ciò è tipico delle personalità borderline, infatti il Disturbo Borderline di Personalità è da molti inteso anche come il risultato di abbandoni e piccoli o grandi traumi avvenuti durante l'infanzia) .
Tali angosce derivate da un evento traumatico oltre che influenzare la propria vita, vengono poi anche trasmesse da generazione in generazione, generando così una "trasmissione transgenerazionale" del trauma. Da ciò ne consegue che il trauma se non rielaborato, può essere trasmesso generando problemi che possono coinvolgere diverse generazioni.
Qui nasce anche la necessità di intervenire sul trauma: sia per non sperimentare più sensazioni angosciose, di allerta e cognizioni negative su di sé, sia per evitare un ulteriore "trasmissione transgenerazionale" del trauma stesso. La rielaborazione del trauma permette di integrare l'evento in una prospettiva più razionale, più funzionale, sostituendo i pensieri negativi con attribuzioni positive su di sé (tipo: sono stata coraggiosa, posso farcela, sono una brava persona, posso essere amato...ecc)
Dopo il superamento del trauma, percorso a volte anche doloroso, i cambiamenti possono essere molteplici e si può sperimentare una sensazione di benessere che può migliorare la relazione che abbiamo con noi e con gli altri.